Il Giornale di Sicilia evidenzia un paio di fenomeni che sono sotto gli occhi di tutti: un sensibile calo nelle prenotazioni, na stretta fiscale e creditizia che colpisce anche la categoria alberghiera e porta, probabilmente come caso estremo, un’offerta per una pensione completa a 35 euro.
Un prezzo del genere potrebbe sembrare una buona notizia per i consumatori ma così non è: basta fare un rapido calcolo per capire che la struttura sta lavorando in perdita: dopo aver tolto immediatamente l’IVA (che finisce direttamente allo stato) restano circa 30 euro con cui pagare i costi di una pensione completa: impensabile, non si rientra neanche nei costi vivi. Temo che in alcuni consumatori potrebbe scattare il classico, pericoloso e sbagliato ragionamento “se fa quei prezzi vuol dire che comunque ci guadagna”. Purtroppo ogni imprenditore sa che le cose non stanno così, molto probabilmente quell’albergatore sta facendo quei prezzi anche se ci rimette, semplicemente ha calcolato che lasciando la camera vuota ci rimette ancora di più.
Il turismo potrebbe e dovrebbe rappresentare una risorsa per l’Italia, potrebbe essere l’oro, il petrolio, la pietra angolare su cui cominciare a ricostruire l’Italia purtroppo anche in questo caso gli attori in gioco sono troppi e nella maggior parte dei casi si limitano a chiedere soldi, sono in pochi quelli che hanno proposte serie, costruttive, quelli disposti a rimboccarsi le maniche e a rinunciare a qualcosa per far ripartire un settore.
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