E così alla fine italia.it è tornato, come ci aspettavamo e come aveva capire il ministro Brambilla fin dal giorno del suo insediamento. La “nuova” versione ha suscitato in rete molto meno clamore di quella precedente presentata a suo tempo da Rutelli, per una serie di ragioni.
La nuova versione di italia.it è molto miglior di quella precedente. I contenuti sono decenti, tutti i gadget costosi e barocchi sono stati tolti di mezzo. Il sito è essenziale e ragionevolmente usabile.
La versione precedente ha scatenato ogni tipo di critica per cui su quella attuale è naturale che ne piovano in numero minore dato che molte cose sono già state dette e ad altri ci si è abituati. Per esempio non fa più notizia il fatto che i server siano in America, già detto. Ci si è abituati a parlare di cifre talmente folli che sembrano quelle di un jackpot del superenalotto. Tanto per fare un esempio: arredare un bilocale è più facile con 300.000 euro da spendere piuttosto che con 1500 euro striminziti e il catalogo dell’ikea, a parità di buongusto. Detto in termini ancora più chiari, con quelle cifre e quei mezzi a disposizione fare un sito così non era per niente difficile.
Il dubbio di fondo relativo al progetto resta: il vero scopo è promuovere l’Italia o fare un bel sito? Supponendo che in realtà lo scopo primario sia avere un bel sito per le mani e che la promozione dell’Italia sia solo un gradito effetto secondario, che cosa si vuole fare in realtà? Io purtroppo un’idea me la sono fatta ascoltando le parole del vicesindaco di Venezia.
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